CHE COS’È? Si tratta di una malattia infettiva virale capace di causare nei felini domestici una sindrome da immunodeficienza acquisita simile a quella umana. L’infezione da FIV nel gatto viene utilizzata come modello per lo studio dell’infezione da HIV nell’uomo. UN GATTO FIV POSITIVO PUÒ INFETTARE UNA PERSONA? Assolutamente no. Non è contagioso né per gli umani né per altre specie animali. QUALI SONO I GATTI PIÙ SUSCETTIBILI A CONTRARRE IL FIV? Tutti i gatti sono potenzialmente suscettibili, ma i maschi interi (non castrati) che intraprendono spesso lotte con altri gatti risultano facilmente positivi. Per questo alcuni definiscono la FIV come “la malattia dei gatti che lottano”. Al contrario gatti che vivono in appartamento è molto raro che risultino infetti. Una mamma positiva può trasmettere il virus ai propri gattini tramite la placenta e il latte ma questo evento è poco frequente. Una mamma positiva può trasmettere i propri anticorpi (e non il virus) ai propri cuccioli, per questo motivo non è indicativo testare i gattini prima dei 4-6 mesi di età. UN GATTO FIV POSITIVO PUÒ INFETTARE ALTRI GATTI? La trasmissione tra gatti adulti sterilizzati, anche se strettamente conviventi è possibile ma è molto rara. Purché i gatti siano sterilizzati e non si instaurino comportamenti aggressivi (ferite profonde da morso) dovuti a stress, dispute territoriali o ad altri disturbi comportamentali. COME POSSO SAPERE SE IL MIO MICIO HA CONTRATTO IL VIRUS? In seguito a prelievo di sangue i gatti possono essere sottoposti a test rapidi ambulatoriali (che normalmente rilevano gli anticorpi circolanti nel sangue contro il virus). Nessun test è accurato al 100% perciò sarà il veterinario a interpretare i risultati del test e consigliare eventuali approfondimenti per confermare un risultato positivo o negativo. Occorre tener conto che tra il momento dell'infezione (in seguito a morso di gatto infetto) e la formazione di anticorpi rilevabili con i test ambulatoriali devono passare almeno 60 giorni. I gattini come specificato in precedenza devono attendere i 6 mesi di età per avere un risultato del test attendibile. L’eventuale presenza di anticorpi di derivazione materna darebbe luogo a falsi positivi. Uno studio del 2001 su 226 gatti di proprietà in provincia di Venezia ha osservato come il 18% di questi risultasse positivo. Tra questi i maschi erano tre volte più rappresentati rispetto alle femmine e quattro volte superiore il rischio in quei soggetti con una storia di ferite da morso. IL MIO GATTO È RISULTATO POSITIVO...E ADESSO? Il decorso dell’infezione virale dipende dal ceppo di virus contratto, dall'età dell'animale, dalla carica virale (cioè dal numero di particelle virali). Si ha una fase acuta dell'infezione cui segue una fase latente che può durare anche diversi anni. Può essere presente uno solo di questi sintomi o più di uno. Alcuni tipici includono: ingrossamento dei linfonodi, febbre, anemia, perdita di peso, infiammazioni della bocca (gengivo-stomatiti) e altri problemi dentali, mantello opaco, diminuzione dell’appetito, diarrea, congiuntivite, riniti ricorrenti. Non esiste ad oggi un farmaco antivirale o immunostimolante in grado di contrastare efficacemente l’infezione da FIV o di eradicarla. La strategia terapeutica è quella di sostenere i sintomi del paziente quando si presentano e cercare di tenere bassa la carica infettante nell’ambiente. Il virus del FIV è facilmente inattivabile con sapone e comuni disinfettanti e sopravvive solo pochi minuti nell'ambiente, perciò con le normali pulizie domestiche siamo in grado di eliminare il virus. La Medicina Integrata prevede una attenzione maggiore all’alimentazione del paziente (che deve essere di ottima qualità poiché il sistema immunitario è correlato al benessere dell’intestino), l’utilizzo di nutraceutici e prebiotici e la stimolazione del sistema immunitario tramite basse dosi di citochine (molecole di regolazione che in condizioni normali sono naturalmente prodotte dall’organismo) somministrate per via orale dal proprietario. È consigliabile una profilassi antiparassitaria regolare sia verso i parassiti interni che esterni in quanto il sistema immunitario del paziente potrebbe non essere in grado di sostenere grosse infestazioni. È sconsigliabile somministrare corticosteroidi a questi pazienti e optare per altre tipologie di trattamento (come ad esempio la laserterapia come trattamento di prima scelta nelle infiammazioni della bocca). COSA FA IL VIRUS FIV NELLO SPECIFICO? Il FIV si localizza a livello del sistema linfatico e si replica preferenzialmente nei linfociti T CD4+ che svolgono un ruolo centrale nell'immunità adattativa (può causare una inversione del rapporto CD4+/CD8+ ma questo fatto non ha alcun valore prognostico come accade nelle persone infette da HIV). Può attaccare anche altri tipi di cellule quali linfociti, monociti/macrofagi, cellule dendritiche, megacariociti (cellule che producono le piastrine), cellule del sistema nervoso. ORA CHE SO CHE IL MIO MICIO È POSITIVO COSA MI DEVO ASPETTARE? Dipende dall’equilibrio di ogni singolo soggetto: stress, alimentazione, carica infettante, ceppo del virus. L’aspettativa di vita dei gatti FIV in alcuni casi è paragonabile a quello di un gatto sano. L’aspettativa di vita e lo stato di salute dei gatti FIV che vivono da soli o in piccoli gruppi in contesti casalinghi è nettamente superiore a quella di gatti che vivono in gattili o colonie (probabilmente a causa della forte carica infettante tipica di questi ambienti). Gatti interi (non castrati) hanno una aspettativa di vita nettamente inferiore a causa del loro stile di vita così come gatti che soffrono di infezioni multiple (esempio co-infezione di virus della Leucemia Felina o Felv o altri virus respiratori). C’È MANIERA DI PREVENIRE L’INFEZIONE? Non esistono vaccini efficaci per prevenire l’infezione. L’unica soluzione possibile, soprattutto se si abita in contesti rurali in cui sono presenti gatti di incerta provenienza, è quella di sterilizzare i gatti maschi in giovane età e sostenere il migliore stile di vita possibile. Evitare l’incontro con altri gatti diventa impossibile in alcuni contesti e chi scrive pensa che possa valere la pena far uscire ugualmente il micio e correre il rischio piuttosto che offrirgli la segregazione a vita. Su questo punto è il proprietario a decidere come gestire il proprio gatto.
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